Red lights

Il mondo pullula di sensitivi ma anche di team desiderosi di mettere alla prova le loro capacità o che cercano di studiarli o che lavorano per sbugiardarli. Un film che inchioda, che sfodera un finale efficace ma che tuttavia richiede un ripensamento di quanto assimilato perchè i tasselli (quasi tutti), vadano a loro posto.

redLights_locandinaTitolo originale: Red Lights
Nazione: USA, Spagna
Anno: 2012
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 113′
Regia: Rodrigo Cortés
Cast: Robert De Niro, Toby Jones, Elizabeth Olsen, Sigourney Weaver, Cillian Murphy, Joely Richardson, Burn Gorman, Craig Roberts, Peter Brooke, Karen Shenaz David, Jeany Spark, Jan Cornet
Produzione: Nostromo Pictures
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita:    08 Novembre 2012 (cinema)

La dottoressa Margaret Matheson (Sigourney Weaver) e il fisico Tom Buckley (Cillian Murphy) lavorano per smascherare presunti redLights_01sensitivi, sia quelli che operano in modo periferico che i veri e propri show men da decine di migliaia di dollari. Lo fanno utilizando esperienza e tecnica durante le esibizioni dei fenomeni mentre, in parallelo, danno lezioni in un istituto specialistico. Quando Simon Silver (Robert De Niro), torna a calcare le scene Margaret, che ha avuto a che fare con lui in passato, evita di scendere in campo ed esorta Tom a fare altrettanto. Tom tuttavia non segue il consiglio e si accanisce sul sensitivo in un crescendo di accadimenti di matrice paranormale e di episodi di violenza.

redLights_03Fin dalle prime battute si sviluppa una forte empatia tra lo spettatore e il duo Weaver/Murphy. La recitazione è superba, la sceneggiatura  è in crescendo, ottima la fotografia, validi i personaggi comprimari. Osservare l’operato di medium mezze calzette e di audaci imbonitori da un punto di vista privilegiato ha come sempre il suo fascino. Si tratta di un’alchimia che si mescola con la consapevolezza di quanto l’umanità continui a essere avvinta dall’idea dell’ultraterreno, ma soprattutto di quanto la disperazione alimenti la fame di soprannaturale specialmente quando la speranza di una guarigione improbabile ottenebra la mente. Durante la narrazione c’è un’evoluzione quasi naturale riguardo alle presunte capacità del fenomeno di turno. Finchè la telecamera stessa non svela l’altarino di Simon, il dubbio che Simon possa essere redLights_04davvero eccezionale si insinua pericolosamente nei meandri della mente. Poco dopo la storia prende un andamento più convulsivo finchè affiora la verità annunciata a tempo zero dalla moneta che non smette di scivolare agile tra le dita della mano di Tom. Il bel colpo di scena finale giunge a coronamento del rapporto conflittuale tra Silver e Tom. La climax esplode letteralmente nella presa di coscienza che è sicuramente di Tom e che forse è anche di Silver. Ingrediente difficile da collocare è tuttavia il pestaggio di Tom da parte di uno sgherro di Simon. Non ne ho compreso l’utilità a meno di non essere altro che l’espediente chiave, la causa prima di un flusso di pensieri dirompente che induce Tom a un risolutivo confronto con se stesso. Un film che non ha avuto grande successo in patria, che trova una buona parte di spettatori redLights_07indignati innanzi a una risoluzione che appare loro poco chiara. Margaret esce dalla storia in modo brusco, spiazzando ma a ben vedere la sua uscita risulta fondamentale per raccordare a ridosso dei titoli di coda un nodo che altrimenti sarebbe rimasto insoluto, quello legato al figlio in coma. Tom lo lascia andare come avrebbe fatto Margaret nel momento in cui si fosse convinta dell’esistenza di un varco tra noi e l’oltre cosicché abbandonare questa vita significa soltanto attraversare il portale di un diverso divenire.

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